WRC 2027: nuove regole, più auto e un rally più aperto

Pubblicato il 13 Aprile 2025 - 13:56

WRC 2027, parla Emilia Abel

Il mondiale Rally è pronto a voltare pagina. Con l’approvazione ufficiale dei regolamenti WRC 2027, lo sport si prepara a una svolta epocale destinata a ridisegnarne i contorni, dentro e fuori le prove speciali. Tecnologia più flessibile, più squadre in gara e una rinnovata attenzione alle persone che animano ogni evento: queste le direttrici su cui si muove il progetto, già ribattezzato “WRC27”.

“WRC27 è una piattaforma pensata per il futuro – spiega Emilia Abel, figura di riferimento nello sviluppo dei nuovi regolamenti. “Si è deciso di continuare inizialmente con i motori a combustione interna, ma la struttura tecnica è aperta a ogni evoluzione: è un impianto che può accogliere qualsiasi tipo di propulsione, seguendo le tendenze dell’industria automobilistica. Oggi, la flessibilità è ciò di cui abbiamo più bisogno”. Ma non si parla solo di tecnologia: WRC27 vuole cambiare le regole del gioco anche in termini di partecipazione. Per la prima volta dopo anni, i team privati avranno la possibilità concreta di entrare nella massima categoria del Rally senza dover essere legati a un costruttore ufficiale: “È un’opportunità straordinaria per le squadre indipendenti. Non è più necessario essere un costruttore: si potrà correre come team privato e competere ai massimi livelli”, aggiunge Abel.

Più libertà anche per i costruttori, che non dovranno più adattare un modello esistente alla normativa: “Si potrà scegliere il modello che si vuole promuovere, modificarlo e portarlo in gara. Le caratteristiche tecniche di base, ovvero dimensioni, massa e aerodinamica saranno comuni, quindi non servirà più avere nel listino un’auto ‘perfetta’ per il WRC. Questo apre il campionato a più marchi e favorisce la varietà”.

Rally e passione: il valore delle persone

Un WRC più forte, però, non si costruisce solo con auto più performanti o regolamenti più aperti. “Il Rally ha bisogno delle persone che lo rendono possibile – sottolinea Abel. Commissari, volontari, organizzatori: senza di loro non si va da nessuna parte. E in molti paesi, purtroppo, mancano nuove leve”.

Da qui nasce un appello chiaro: ogni persona coinvolta nel motorsport dovrebbe portare almeno un nuovo appassionato a farne parte: “È sempre stato importante trasmettere la propria passione, ma oggi è diventato fondamentale. In alcune realtà, il sistema dei club funziona benissimo. Penso ad esempio al Mahle Rally Nova Gorica, dove ho visto all’opera un modello interessante: commissari esperti affiancati da volontari locali, coinvolti nell’organizzazione. Questo crea appartenenza e stimola anche il sostegno delle istituzioni”. L’esempio migliore arriva dalla Svezia: “Durante il WRC locale, collaborano con altri sport, come hockey e calcio. In cambio dell’aiuto ricevuto, i club ottengono fondi per sostenere la propria attività. In Svezia ci sono stati oltre 4.500 volontari: numeri incredibili che dimostrano cosa si può fare con una visione condivisa”.

WRC27 non è solo una riforma tecnica, ma un progetto collettivo: “La vera sfida è far sì che costruttori, organizzatori e federazioni guardino nella stessa direzione. Tutti vogliamo la stessa cosa: far crescere il nostro sport. Ma per farlo servono coesione e collaborazione”. Abel, infine, non nasconde l’ambizione: “Vorremmo che le nuove regole portassero più vetture nella categoria regina. Stiamo lavorando con i costruttori agli ultimi dettagli e puntiamo ad approvarli entro giugno. È un momento cruciale, perché sviluppare un’auto da rally richiede tempo, risorse e visione”.

di Giuseppe Marino

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