Hyundai e il WRC: “Difficile investire senza ritorni di promozione”
Hyundai, tante domande sul futuro nel WRC
Le voci su un possibile addio di Hyundai al Mondiale Rally si fanno sempre più insistenti. Secondo numerose fonti, la casa coreana potrebbe annunciare entro l’estate l’uscita dal WRC per concentrare i propri sforzi sul campionato WEC. Un’eventualità che segnerebbe un cambio di rotta importante, già preannunciato nei mesi scorsi. Nonostante Toyota sia presente con successo in entrambe le competizioni, i risultati ottenuti da Hyundai nella prima parte della stagione sono stati deludenti.
In tre dei primi quattro appuntamenti, la rivale giapponese ha conquistato il massimo punteggio, aprendo un gap che ad oggi pone la compagine che tra le propria fila comprende Ott Tanak e Thierry Neuville in una posizione complessa. In questo quadro di incertezza si inseriscono anche le considerazioni di François-Xavier Demaison, direttore tecnico di Hyundai Motorsport, sul regolamento previsto per il 2027. L’intenzione della FIA è introdurre vetture dal costo massimo di 345.000 euro, che sostituiranno le attuali Rally1. Le specifiche tecniche definitive sono attese per agosto e prevedono l’utilizzo di motori a combustione tradizionali alimentati a biocarburanti almeno per la prima stagione, mantenendo la possibilità di adottare powertrain ibridi o elettrici in futuro.

Hyundai, tanti dubbi sul futuro
E Demaison, in un’intervista concessa a DirtFish, non ha nascosto le proprie perplessità: “Vorremmo progettare una vettura per il futuro, ma le regole del 2027 non ci soddisfano pienamente. Con le normative attuali è difficile prendere decisioni. Un’auto solo a combustione interna non è ciò che Hyundai desidera promuovere attraverso il rally”.
Il dirigente ha poi evidenziato come la libertà concessa nella scelta del telaio rappresenti un passo avanti, ma ha ribadito l’esigenza di una maggiore varietà tecnica per evitare l’omologazione dei modelli: “Sarebbe positivo vedere vetture differenti competere nel WRC, magari con un sistema di equivalenza delle prestazioni per permettere a tutti di lottare per la vittoria”.
Un ulteriore problema riguarda le tempistiche. Secondo Demaison, la complessità dei progetti sottoposti a limitazioni di budget richiede cicli di sviluppo più lunghi, rendendo il 2027 un orizzonte troppo vicino: “Questo tipo di vettura richiede una validazione e una progettazione molto più articolate. Non è solo una questione di performance, ma anche di contenimento dei costi. È difficile chiedere ai vertici coreani di investire in un campionato dove non si può promuovere nulla. Mostrare le innovazioni applicate ai modelli di serie è fondamentale per noi”.
Il punto in ottica 2027
La casa di Alzenau, dunque, attende ulteriori sviluppi prima di assumere decisioni definitive: “Non prenderemo alcuna decisione finché non sarà chiaro quale sarà la direzione del WRC. Se la FIA ritiene importante mantenere Hyundai nel campionato, dovrà apportare dei cambiamenti”.
In un clima di incertezza, Peter Thul, direttore sportivo del promoter del WRC, ha cercato di mantenere un tono fiducioso: “Tutti stanno parlando con tutti e ogni proposta è sul tavolo. Le discussioni procedono bene. Non posso parlare a nome di Hyundai, ma sono fiducioso”.