Carlberg, una promessa mantenuta: dal titolo Junior ERC al sogno mondiale
Carlberg si racconta dopo il titolo Junior ERC
Calle Carlberg ha mantenuto la promessa fatta alla vigilia della stagione: vincere il Junior ERC. Un impegno preso con la determinazione di chi sa di giocarsi tutto, anche il futuro. A 25 anni, il pilota svedese ha conquistato il titolo con una prova d’anticipo, coronando una campagna quasi perfetta e guadagnandosi il pass per il Junior WRC 2026, dove correrà con un programma completamente finanziato.
Dietro il trionfo, però, c’è molto più di una serie di risultati. C’è una scelta di vita radicale, fatta di rinunce e sacrifici. “Non ho un lavoro normale, vivo ancora a casa, non possiedo nulla. Tutto è dedicato ai rally”, racconta Carlberg alla testata Dirtfish, che si è costruito la carriera passo dopo passo, senza appoggi economici familiari, contando solo sulle proprie forze e su qualche supporto esterno, come quello ricevuto dal connazionale Tom Kristensson, campione Junior WRC 2020.
Carlberg racconta la sua stagione nell’ERC
Con tre vittorie, un secondo posto per appena tre secondi e un totale di 34 scratch – oltre tre volte quelli del suo rivale più vicino, Jaspar Vaher – Carlberg ha dominato il campionato continentale. Ha persino vinto una gara assoluta in Canada al volante di una Rally4, sorprendendo prima di tutto se stesso: “Non pensavo di essere così veloce. Credevo di poter vincere con la costanza, ma alla fine abbiamo dimostrato di avere anche il ritmo”.
Il punto di svolta è stato il Rally Sierra Morena, aperto con una sconfitta per un soffio contro il locale Sergi Pérez. “Da quel momento ho deciso che non volevo più perdere un’altra gara”, ha spiegato, così è arrivata una striscia di quattro successi consecutivi – tre in Junior ERC – interrotta solo da un guasto meccanico al Barum Rally Zlín, dove una rottura al semiasse lo ha fermato mentre era al comando.
Paradossalmente, però, proprio quel ritiro gli ha consegnato matematicamente il titolo, complici gli errori degli avversari: “Sul momento pensavo che il campionato fosse finito. Poi abbiamo fatto due conti e ci siamo resi conto che sarebbe bastato arrivare in fondo per essere campioni. Non è stato un bel feeling, ma almeno è servito a portare a casa l’obiettivo. Sono un perfezionista. Controllo i risultati su eWRC anche se li conosco a memoria. Vedere scritto P1, P1, P1 mi dà una grande soddisfazione. Per questo secondo posto in Spagna e la rottura in Repubblica Ceca mi tormentano ancora”.
L’asso vincente in Repubblica Ceca
Il momento della consapevolezza è però ancora lontano: “Sinceramente non ho ancora realizzato di essere il miglior junior d’Europa. Mi capita di vedere i video dell’arrivo e mi tornano le emozioni, ma non riesco a crederci davvero. Anche i miei amici mi dicono che sono il miglior pilota a due ruote motrici del continente, ma mi sembra tutto assurdo”.
Il prossimo obiettivo è concludere il 2025 nel migliore dei modi, puntando al titolo ERC4 in occasione del Croatia Rally. Poi sarà tempo di concentrarsi sul 2026, che segnerà il debutto nel Junior WRC. Nonostante l’inesperienza a livello mondiale, Carlberg non vuole recitare il ruolo dell’esordiente: “Non voglio sembrare arrogante, ma il mio obiettivo non è solo imparare. Vado lì per provare a vincere il campionato. Non so chi saranno i miei avversari, ma so che, se non vinco, sarà molto difficile continuare. Per me esiste una sola strada”.
Parole pesanti, ma credibili. Perché Calle Carlberg ha già dimostrato che quando fa una promessa, è meglio credergli.