Tim Mayer sfida Ben Sulayem alla FIA: “Serve un cambiamento, ora”
Tim Mayer pronto a sfidare Mohammed Ben Sulayem per la Presidenza della FIA
Tim Mayer ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della FIA, decidendo di sfidare l’attuale leader Mohammed Ben Sulayem alle elezioni in programma a dicembre. Dopo il passo indietro di Carlos Sainz Sr, sembrava profilarsi una corsa solitaria per il dirigente emiratino, ma l’ingresso in scena dell’americano riapre la competizione al vertice dell’organo di governo mondiale del motorsport. In un’intervista concessa a Motorsport.com, Mayer – 59 anni, per oltre 15 commissario in Formula 1 – ha motivato la sua scelta: “Si tratta di una combinazione tra desiderio e necessità. Negli ultimi mesi ho riflettuto su cosa serva per guidare la FIA e ho capito che i club membri meritano di più”.
Secondo Mayer, molte delle promesse fatte da Ben Sulayem al momento dell’elezione nel 2021 – come maggiore trasparenza e l’impegno a ricoprire un ruolo non esecutivo – non sono state mantenute. “Anzi, è accaduto l’esatto contrario”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di riportare al centro i valori fondanti della Federazione. L’esperto dirigente americano – figlio di Teddy Mayer, storico proprietario della McLaren – ha anche raccontato le circostanze del suo allontanamento dal ruolo di steward, avvenuto dopo una disputa in merito alla multa inflitta al promoter del GP degli Stati Uniti per un’invasione di pista: “Ben Sulayem ha ritenuto che la documentazione da me presentata fosse un attacco personale. Sono stato licenziato con un messaggio”.
Tuttavia, Mayer assicura che non si tratta di una rivalsa personale, ma di un impegno concreto per un cambiamento profondo: “La FIA sta attraversando un momento cruciale. Abbiamo perso persone di valore perché non si sono riconosciute nel clima interno. Serve una guida in grado di ascoltare, rispettare e coinvolgere tutte le parti in causa, dai club minori ai grandi campionati”. Tra i temi più delicati affrontati da Mayer anche la gestione dei rapporti con i piloti, deterioratisi dopo l’introduzione di norme contro il linguaggio scurrile: “I piloti sono le stelle del nostro sport. Bisogna collaborare con loro, costruire relazioni di fiducia e trattarli con rispetto”. La leadership non deve concentrarsi su una sola persona. Le recenti modifiche statutarie mirano invece ad accentrare sempre più potere”.
Mayer ha promesso maggiore attenzione al settore della mobilità e un dialogo costante con tutti gli stakeholder. Nonostante la recente lettera di sostegno a Ben Sulayem firmata da 36 club, non si mostra scoraggiato: “Quel documento è stato proposto senza alternative. L’unico voto che conta sarà quello di dicembre. La mia responsabilità è andare porta a porta, spiegare che esiste un’alternativa credibile e guadagnarmi la fiducia degli elettori”.