Tänak e Hyundai, i titoli passano anche dalla strategia

Pubblicato il 19 Settembre 2025 - 14:04

Tänak penalizzato da un doppio ritiro in Cile e ora Hyundai deve decidere che strada seguire

Il Rally del Cile avrebbe potuto rilanciare le ambizioni mondiali di Ott Tänak, ma si è trasformato in un fine settimana da dimenticare. L’estone, in lotta per il titolo, è stato costretto al ritiro dopo un raro cedimento del motore quando era in testa alla gara, a cui ha fatto seguito un secondo stop nella giornata di sabato per precauzione e un’ultima tappa vissuta con motore surriscaldato e in perdita di potenza. La rottura del propulsore – non uno qualsiasi, ma lo stesso utilizzato da Adrien Fourmaux in Paraguay – ha avuto ripercussioni immediate e pesanti. E ora apre un delicato scenario tecnico in vista del prossimo appuntamento iridato, il Central European Rally, in programma tra Germania, Austria e Repubblica Ceca.

Una questione di “car name”: il nodo regolamentare

Il regolamento sportivo FIA impone vincoli rigidi sulle componenti meccaniche, in particolare motori e trasmissioni, che sono sigillati e associati al cosiddetto “car name”. Ogni nome vettura ha a disposizione solo due motori sigillati per stagione. Il problema nasce dalla strategia attuata da Hyundai tra Paraguay e Cile: i due rally erano eventi collegati (linked events) e di conseguenza era possibile utilizzare una sola trasmissione per entrambi.

Per ovviare al limite e avere una trasmissione fresca in Cile, il team ha deciso di ritirare Fourmaux prima del time control finale in Paraguay, consentendo l’uso di una nuova trasmissione senza penalità. Nel farlo, Hyundai ha riassegnato a Tänak la vettura nominata per Fourmaux, quindi con il relativo motore e la nuova trasmissione. Tuttavia, il motore utilizzato dal francese in Paraguay ha ceduto dopo poche speciali in Cile, lasciando Tänak a piedi.

Il bivio per Hyundai: penalità o sacrificio?

Per poter riprendere la gara sabato, Tänak ha montato il secondo motore associato a quel “car name”: si trattava di un’unità già usata in Svezia e ritenuta non in perfette condizioni. Dopo due speciali Hyundai ha preferito fermare l’auto per preservare la meccanica, ma al rientro domenicale, i problemi sono riemersi con surriscaldamento e calo di prestazioni, limitando ogni possibilità di rimonta. Il regolamento consente un’ultima mossa: cambiare “car name” per il Central European Rally, così da accedere a un nuovo pacchetto motori. Ma c’è un prezzo: un altro pilota Hyundai erediterà il car name di Tänak e con esso una situazione tecnica critica, con un solo motore disponibile e già usurato.

Demaison: “Anche un punto può fare la differenza”

François-Xavier Demaison, direttore tecnico di Hyundai Motorsport, ha confermato la complessità della situazione e le motivazioni dietro ogni scelta: “Abbiamo pensato di ritirare Tänak prima della fine per poter sostituire il motore senza penalità, come fatto in passato con Fourmaux o Lappi. Ma anche un punto può fare la differenza a fine stagione. Non è mai facile decidere” La decisione di far concludere la gara a Tänak, seppur con una vettura menomata, ha permesso di raccogliere almeno un punto nella classifica della domenica, anche se un piccolo errore nell’ultima parte della Power Stage gli ha negato altri punti bonus.

Ott Tänak

Verso il Central European Rally: chi pagherà il conto?

A oggi, restano tre opzioni sul tavolo per Hyundai: assegnare a Tänak un nuovo “car name” e far gestire il motore usato a un altro pilota, installare un nuovo motore sullo stesso “car name” con penalità di 5 minuti oppure tentare la fortuna con il secondo motore usato in Svezia, oggi apparentemente non performante. Quale che sia la scelta, qualcuno del team dovrà pagare il prezzo sportivo della situazione. E in un Mondiale così tirato, ogni punto – o minuto – può valere un titolo o una sconfitta.

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