WRC-F1: “gara di visibilità”

Pubblicato il 24 Novembre 2025 - 17:42

La disparità tra la copertura televisiva della Formula 1 e quella del World Rally Championship è un tema che da anni domina i dibattiti tra chi preferirebbe un WRC più pubblicizzato e chi, invece, considera la Formula 1 una disciplina da trattare con maggior rispetto, ritenendo normale uno squilibrio tra le due.

La storia

Al netto delle opinioni personali, bisogna considerare innanzitutto la storia di entrambe. La Formula 1 nacque nel 1948, e a oggi rappresenta la categoria su pista più famosa e seguita al mondo. Il World Rally Championship, d’altro canto, prese vita nel 1970 con il nome “Campionato internazionale costruttori per vetture da rally”, per poi assumere, tre anni dopo, nel 1973, la denominazione attuale. Già sul piano anagrafico emerge, dunque, una sostanziale differenza: quando il Campionato del Mondo Rally fu istituito, la Formula 1 aveva 25 anni di storia alle spalle.

Uno sport “complesso”

Un altro aspetto da considerare è quello più evidente: specialmente agli occhi di uno spettatore “alle prime armi”, la Formula 1 appare più semplice e intuitiva, a differenza del WRC, caratterizzato da un format che, nonostante rappresenti ormai un’istituzione, può risultare meno immediato: shakedown, trasferimenti su strade aperte al traffico, prove speciali, Power Stage. A questi elementi, seppur caratteristici dello sport, l’appassionato novellino preferisce una struttura più “snella”: prove libere, qualifiche, eventuale sprint race, gara. 

Formula 1 come brand

Entra in gioco, poi, il fattore televisivo e commerciale. Negli ultimi anni, specialmente con l’ingresso di Stefano Domenicali nella figura di CEO, nel 2020, la Formula 1 sta assumendo sempre più le sembianze di un brand: serie tv (Drive To Survive), attività collaterali per gli appassionati, introduzione di gare in località sempre più lussuose che, tuttavia, spesso hanno poco a che vedere con la storia della specialità, film (F1 – Il film), e così via.

Da questo punto di vista, nonostante il tentativo di modernizzarsi (basti pensare alla serie tv dedicata al Campionato del Mondo e pubblicata su YouTube con il titolo More than Machine), il WRC fa fatica a seguire l’evoluzione mediatica, perdendo dunque la possibilità di attirare a sé la fetta di pubblico più giovane, quella che la Formula 1, invece, cerca di coinvolgere maggiormente.

Il parere di Sainz Jr.

Ne ha parlato di recente Carlos Sainz Jr. che, intervistato da DirtFish, ha fornito una chiave di lettura particolare sulla questione. L’attuale pilota della Williams ha svelato il motivo per il quale, nonostante l’influenza del padre, vincitore di due Campionati del Mondo Rally, abbia comunque preferito prendere la strada delle monoposto. “Quando ero piccolo, ciò che si vedeva in TV in Spagna era Fernando Alonso” – ha spiegato Sainz – “Alonso che vinceva gare e Mondiali con la Renault. In quel periodo mio padre, che aveva vinto i suoi titoli dieci anni prima, si stava ritirando dal World Rally Championship. Il Rally Mondiale era di grande rilevanza, così come mio padre, ma non era in TV, quindi non avrei potuto innamorarmene”.

Successivamente l’ex pilota Ferrari ha aggiunto che il vero problema del rally riguarda la copertura televisiva, questione legata alla sua incapacità di “mostrarsi al mondo”: “Purtroppo non c’è ancora un buon format televisivo per il rally, non è ancora riuscito a vendere bene il suo prodotto. Se riuscisse a farlo, l’interesse nei suoi confronti salirebbe alle stelle, pechè è uno sport incredibile”.

Le parole del pilota spagnolo inquadrano perfettamente il problema riportato nelle righe precedenti. Il WRC non è stato in grado di seguire le orme della Formula 1, diventato ormai uno sport intermediale (che si regge, cioè, su più media). More than Machine ha riscontrato un discreto successo, che rappresenta un indicatore sulla giusta strada da percorrere.

Nell’era dei social media, dei contenuti brevi e del calo dell’attenzione, il World Rally Championship è obbligato a sgrezzarsi, innanzitutto trovando un format televisivo adeguato. Nella “gara di visibilità”, allora, la Formula 1 sta staccando il WRC di un secondo al giro, o per usare termini rallystici, ha firmato più scratch consecutivi nelle prime prove speciali.

di Giuseppe Piazza

© Riproduzione Riservata
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo