Jérôme Roussel: “Il WRC è la sfida più complicata dell’intero motorsport mondiale”

Pubblicato il 18 Agosto 2025 - 08:40

Le parole di Roussel anche in vista del debutto dell’Arabia Saudita

Per Jérôme Roussel, FIA Category Manager per rally regionali e cross-country, non ci sono dubbi: organizzare un rally del Mondiale è il compito più difficile dell’intero panorama motoristico internazionale. Un’affermazione netta, maturata dopo anni di esperienza ai vertici della federazione e un confronto diretto con tutte le principali discipline.

“Molto semplicemente, è quello che penso: il WRC è la cosa più complicata da organizzare nel motorsport”, ha dichiarato Roussel. “La Formula 1, o le gare su pista in generale, sono più semplici. Arrivi su un tracciato omologato, con una specifica ben definita, porti tutta la tua gente, le tue attrezzature, a volte sostituisci anche ciò che è già in funzione, e poi svolgi l’evento”.

Le differenza fra pista e rally

Nel rally, invece, le sfide si moltiplicano. Dalla progettazione del percorso, al coordinamento con le autorità locali, fino alla necessità di coinvolgere centinaia di persone in simultanea su strade pubbliche da chiudere e rendere sicure. “È come gestire tre circuiti di Formula 1 allo stesso tempo, ma non di cinque chilometri: saranno tratti da venti chilometri”, ha spiegato. “Anche rispetto al World Rally-Raid Championship, che prevede una sola tappa al giorno senza la chiusura delle strade, il WRC resta molto più complesso”.

Le parole di Roussel trovano un’applicazione concreta nel caso del Rally Saudi Arabia, che debutterà nel WRC a fine novembre. L’evento candidato dello scorso maggio ha mostrato alcune criticità, portando la FIA, insieme a SAMF e SMC, a istituire una task force guidata dallo stesso Roussel. “È vero che i tempi sono stretti da maggio a novembre, ma non abbiamo rilevato problemi che non possano essere risolti”, ha precisato. “Ogni nuova organizzazione ha bisogno di supporto esterno il primo anno, ma il nostro obiettivo è lasciare una struttura locale pronta a proseguire in autonomia”.

La sfida del WRC in Arabia Saudita

Il lavoro si concentra su due fronti: sicurezza e rispetto dei regolamenti sportivi. Gli aspetti coreografici passano in secondo piano. “La bellezza del podio o della cerimonia di partenza non è la nostra preoccupazione principale”, ha sottolineato. “Il nostro compito è garantire che gli equipaggi partano in orario e si sentano sicuri lungo le prove speciali. Se accadrà questo, il compito della task force sarà compiuto. Abbiamo visto diversi piccoli problemi, ma presi uno per uno, onestamente, non ce n’è nessuno insormontabile. Ora stiamo solo cercando le persone giuste da coinvolgere, per costruire una struttura adeguata”.

In quest’ottica, sarà fondamentale il lavoro formativo. La FIA non vuole sostituirsi all’ASN locale, bensì rafforzarla. “Non vogliamo essere noi a fare tutto al loro posto, ma dare strumenti e conoscenze per consentire loro di farlo al meglio”, ha detto Roussel. “Il supporto esterno non deve essere qualcosa che si ripete ogni anno, ma un investimento per creare una vera eredità operativa”.

Con nomi di rilievo come Timo RautiainenKuldar Sikk e Nicolas Klinger coinvolti nella task force, non mancano le competenze per affrontare il debutto saudita con solidità. La sfida è impegnativa, ma la direzione è chiara: costruire un evento che rispetti gli standard del Mondiale Rally e al tempo stesso formi una struttura locale capace di consolidare questa presenza negli anni.

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